Massachusetts, 1978. Cameron Stuart è un padre affettuoso e un marito innamorato. Purtroppo però è anche maniaco depressivo, non riesce a tenersi stretto un lavoro ed ha appena avuto un esaurimento nervoso. La moglie Maggie, per il bene delle figlie Amelia e Faith, allontana Cameron da casa, ma il poco lavoro che riesce a trovare con il suo titolo di studi non permette a lei e alle bambine di vivere sopra la soglia di povertà. Cam, dal canto suo, riceve un sussidio minimo dalla nonna, la quale gestisce con grande parsimonia (leggi: avarizia) i fondi (multimiliardari) della famiglia Stuart.
Per migliorare le proprie chance di ottenere un lavoro remunerativo e quelle di Amelia e Faith di ricevere un’istruzione adeguata, Maggie si iscrive al Master of Business Administration della Columbia University e viene accettata. Peccato che la Columbia sia a New York, e la donna deve decidere se trapiantare la sua intera famiglia o assumersi un rischio molto alto: quello di lasciare le bambine con il padre in Massachusetts. Di comune accordo, i genitori decidono per la seconda soluzione. Riuscirà Cameron a gestire la situazione?
Maya Forbes, erede della dinastia editoriale e affermata sceneggiatrice televisiva (sulla base del proprio talento), esordisce (a 45 anni) sul grande schermo con il lungometraggio Infinitely Polar Bear (il titolo fa riferimento all’equivoco della piccola Faith circa il disturbo “polare” del padre). La storia del film è quella di Maya e di sua sorella China, allevate per un lungo periodo dal padre, Cameron Forbes, affetto da disturbo bipolare, mentre la madre studiava per ottenere l’Mba alla Columbia.
Forbes narra dunque la sua storia con molte concessioni all’entertainment, dovute probabilmente sia al desiderio di rendere commercialmente appetibile un lungometraggio che affronta lo spinoso argomento della malattia mentale, sia ad una forma di protettività nei confronti del padre, ora deceduto. Infinitely Polar Bear sguazza nel caramello dei ricordi (complici anche la scelta dei colori e alcuni inserti in stile “home movies”), talvolta edulcorando in modo eccessivo una vicenda che, nella realtà, ha certamente avuto risvolti meno rosei. Il fattore nostalgia, caldeggiato dal produttore J. J. Abrams (in modalità Super 8), è accentuato da una strepitosa colonna sonora anni ’70 che rende vintage e ritmato ogni passaggio della narrazione.
Ma al cuore del racconto c’è un pathos autentico e una salvifica ironica con i quali è impossibile non entrare in sintonia, e al centro quattro attori irresistibili, a cominciare da Mark Ruffalo nei panni di Cam. L’attore presta il suo carisma personale ad un personaggio complesso e contradditorio che passa da gesti di infinito amore a momenti di intensa violenza verbale e imperdonabili mancanze di responsabilità genitoriale. Accanto a lui, Zoe Saldana è efficace nei panni della madre divisa fra bisogni e sentimenti e le due piccole non-attrici (la più grande è la figlia della regista) sono naturali e spontanee. È attraverso lo sguardo di Amelia (ovvero quello della regista da piccola) che Forbes narra la storia di un uomo meraviglioso e imbarazzante, geniale e ingestibile, con la tenerezza che solo una figlia innamorata del padre sa elargire a piene m
Teneramente folle
Un film di Maya Forbes - Con Mark Ruffalo, Zoe Saldana, Imogene Wolodarsky, Ashley Aufderheide, Beth Dixon.Titolo originale Infinitely Polar Bear. Commedia, durata 88 min., colore - USA, 2014 - GOOD FILMS
Al momento non in programmazione