Lo S.H.I.E.L.D. è stato smantellato e i Vendicatori sono usciti allo scoperto. Dopo aver oltrepassato il portale dei Chitauri e aver intravisto cosa c’è fuori, Tony Stark ha riesumato il progetto di Ultron, un’intelligenza artificiale a protezione del mondo. È l’armatura che ha tolto a se stesso e con cui vorrebbe schermare il pianeta. Ma Ultron ha un’idea propria di cosa significhi ottenere la pace ed è un’idea che prevede innanzitutto la distruzione degli Avengers. Provata dalle manipolazioni che Wanda ha operato sulle loro menti, portando allo stato cosciente paure, traumi e sensi di colpa di tutti, la squadra si unisce nonostante tutto per fermare il nemico e recuperare la gemma dell’infinito.
Travolto da un successo a dir poco imponente, Joss Whedon dimostra con questo secondo film di saperlo reggere sulle spalle e di poter continuare l’opera senza smarrire l’ispirazione, compensando la sorpresa sfumata con nuovi arrivi e nuove idee. Il faccia a faccia con Thanos è rimandato, per questo capitolo si resta sulla Terra, anche se l’America non è più al centro della mappa (ma certa retorica americana sì…). Si aggiungono al gruppo i gemelli Maximoff, Pietro e Wanda, e il personaggio cult di Visione, interpretato dallo stesso Paul Bettany che ha finora fornito la voce di Jarvis. Ma le dinamiche più interessanti sono interne al gruppo originario, come l’avvicinamento sentimentale tra Natasha e Bruce Banner, se non al personaggio stesso, com’è il caso di Stark.
Si ride un po’ meno, in compenso il discorso sull’intelligenza artificiale è affascinante sia dal punto di vista concettuale sia da quello filmico (con una debole eco del crepuscolo di Hal 9000). Certamente, scrittura e regia assicurano qui nuovamente un grandissimo equilibro tra le forze in campo, specie all’interno degli stessi Avengers, bilanciando la superiorità di Ironman, Thor e Hulk con un maggior protagonismo di Occhio di Falco e Black Widow (Capitan America sta un po’ nel mezzo). Allo stesso tempo, si conferma il quid in più di Tony Stark e Bruce Banner, cervello e sentimento di questa serie di film, tanto che la sequenza in cui lavorano insieme d’intelletto è più emozionante della loro prestazione nella battaglia. Ma la trovata più spiazzante è anche la più intelligente: non potendo ingannarsi ed ingannarci sulla difficoltà di Jeremy Renner di reggere il confronto coi suoi partner a colpi di arco e frecce, Whedon potenzia la sua ordinarietà (è il super padre di famiglia), inserendo in un sol colpo un’altra dimensione nel film, che fa sorridere e guarda dritta negli occhi il pubblico in sala. Stanti così le cose, gli Avengers devono trionfare a tutti i costi. Per salvare il mondo, naturalmente, ma anche per permettere ad Occhio di Falco di tornare a casa e finire di pavimentare il solarium.
Travolto da un successo a dir poco imponente, Joss Whedon dimostra con questo secondo film di saperlo reggere sulle spalle e di poter continuare l’opera senza smarrire l’ispirazione, compensando la sorpresa sfumata con nuovi arrivi e nuove idee. Il faccia a faccia con Thanos è rimandato, per questo capitolo si resta sulla Terra, anche se l’America non è più al centro della mappa (ma certa retorica americana sì…). Si aggiungono al gruppo i gemelli Maximoff, Pietro e Wanda, e il personaggio cult di Visione, interpretato dallo stesso Paul Bettany che ha finora fornito la voce di Jarvis. Ma le dinamiche più interessanti sono interne al gruppo originario, come l’avvicinamento sentimentale tra Natasha e Bruce Banner, se non al personaggio stesso, com’è il caso di Stark.
Si ride un po’ meno, in compenso il discorso sull’intelligenza artificiale è affascinante sia dal punto di vista concettuale sia da quello filmico (con una debole eco del crepuscolo di Hal 9000). Certamente, scrittura e regia assicurano qui nuovamente un grandissimo equilibro tra le forze in campo, specie all’interno degli stessi Avengers, bilanciando la superiorità di Ironman, Thor e Hulk con un maggior protagonismo di Occhio di Falco e Black Widow (Capitan America sta un po’ nel mezzo). Allo stesso tempo, si conferma il quid in più di Tony Stark e Bruce Banner, cervello e sentimento di questa serie di film, tanto che la sequenza in cui lavorano insieme d’intelletto è più emozionante della loro prestazione nella battaglia. Ma la trovata più spiazzante è anche la più intelligente: non potendo ingannarsi ed ingannarci sulla difficoltà di Jeremy Renner di reggere il confronto coi suoi partner a colpi di arco e frecce, Whedon potenzia la sua ordinarietà (è il super padre di famiglia), inserendo in un sol colpo un’altra dimensione nel film, che fa sorridere e guarda dritta negli occhi il pubblico in sala. Stanti così le cose, gli Avengers devono trionfare a tutti i costi. Per salvare il mondo, naturalmente, ma anche per permettere ad Occhio di Falco di tornare a casa e finire di pavimentare il solarium.